La Fondazione “Cesare e Doris Zipelli” celebra con un elegantevolume la prestigiosa raccolta di carte e stampe della Siciliaoffrendo una pubblica fruizione del suo patrimonio come auspicatodall’ingegnere Cesare Zipelli.

La Fondazione “Cesare e Doris Zipelli” celebra con un elegantevolume la prestigiosa raccolta di carte e stampe della Siciliaoffrendo una pubblica fruizione del suo patrimonio come auspicatodall’ingegnere Cesare Zipelli. Un suggestivo viaggio nella storia,dal Cinquecento al secolo scorso, attraverso le più varierappresentazioni dell’Isola realizzate da cartografi e disegnatori,con tecniche e materiali diversi cui si affiancano affascinantivedute fissate su carta da importanti artisti e viaggiatori.Il volume coniugal’approfondita analisi scientifica che guidail lettore neisaggi d’autore iniziali, con la bellezza e le emozioni offertedalla ricca collezione, per la prima volta pubblicata nella suacompletezza arricchita da approfondite didascalie descrittive. Pergarantire la più ampia condivisione dei risultati conseguiti,il volume saràpubblicato anche in formato e-book per potere raggiungere, senzalimiti geografici, oltre che il pubblicodegli specialistianche quello dei tanti connazionali che,dispersi dalladiaspora dell’emigrazione, continuano a tenervivi i legami coni paesi d’origine.«Dentro le cartegeografiche della Sicilia, tra il Cinquecentoe il Novecento,c’è intatto tutto il patrimonio culturale e storico di unapopolazione che ha mescolato vicende umane e conflitti bellici,confronti ideologici ed officine filosofiche, fantasie mitologiche econcretezze economiche: e tutto questo, a leggerle in filigrana comesimboli di una civiltà in evoluzione, si ritrova nelle cartegeografiche della Sicilia che disegnatori e stampatori raffinati,viaggiatori ed incisori, tipografi e ricercatori, hanno nel tempo prodotto, segnando la trasformazione di una raffigurazionesempre più vicina alla realtà della geografia fisica, muovendo daapprossimazioni via via più aderenti alla realtà.»

Franz Riccobono
Dottore in Scienze Economiche e Commerciali, a lui si deve la prima determinazione dell’insediamento preistorico di Messina (1967) e l’individuazione di Mikos, città fortificata bizantina (1968), sul Pianoro di Monte Scuderi (Peloritani). Nel 1971 ritrova gli affreschi normanni nella Chiesa dell’Immacolatella a Santo Stefano Briga. Grande esperto di grafica antica, ha costituito una cospicua raccolta sulla iconografia della Sicilia (XVI-XIX secolo). Consulente dell’Istituto Italiano dei Castelli, membro dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Roma, Presidente dell’Associazione Amici del Museo di Messina, componente del Comitato Vara di Messina, Vice-presidente della Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia, componente del Consiglio Regionale dei Beni Culturali (Sicilia), contribuisce all’allestimento di numerose mostre, collabora con vari musei del territorio e realizza innumerevoli pubblicazioni e cataloghi, anche dirigendo per la Casa Editrice EDAS, la Collana «Messina e la sua storia». Carattere peculiare delle sue ricerche è l’interdisciplinarità, che gli consente di spaziare dalla paleontologia alle tradizioni popolari, sino alla storia del secondo conflitto mondiale. Cura insieme a G. Altomonte, la rubrica televisiva “Fattirifatti” proponendo tematiche del territorio.


Marco Grassi
Laureato in Lettere Moderne, presso l’Università di Siena, con una tesi dedicata all’iconologia della Madonna della Lettera, si è specializzato in Storia dell’Arte Medievale e Moderna presso la LUMSA di Palermo, con uno studio sull’iconografia di San Placido e Compagni Martiri. Dottore di Ricerca in Storia dell’Europa Mediterranea presso l’Università di Messina con tesi dedicata alla nobile famiglia Di Giovanni. Docente a Contratto presso la LUMSA di Palermo, nonchè giornalista pubblicista. I suoi interessi spaziano dalle tradizioni religiose all’araldica, dall’iconografia sacra allo studio genealogico di alcune famiglie siciliane e allo studio del territorio siciliano. All’attivo diverse pubblicazioni di carattere storico ed artistico tra cui: Stemmi Araldici dalle Collezioni del Museo Regionale di Messina e San Placido nella Storia e nella Pittura Messinese. Decorato di medaglia d’argento di benemerenza dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

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